Ricaduta del Lecce, la salvezza è ancora possibile

Un cordiale ben trovati nella rubrica sportiva di Angelo Scazzi su www.DomenicoZizzo.com, dedicata al week-end calcistico del 28 febbraio e 1 marzo 2009.

Nella settima di ritorno della massima serie, rallenta la fuga solitaria dell’Inter verso il titolo iridato. A San Siro, rocambolesco 3-3 fra Inter e Roma, nel posticipo di domenica. La Roma di Spalletti ha inflitto una lezione di calcio alla squadra lombarda, recriminando per un rigore inesistente concesso ai nero-azzurri. Alla squadra giallo-rossa sta stretto il pari, in quanto per tutta la gara è stata sempre in vantaggio, prima 2-0, poi 3-1. Alla fine, l’Inter tira un sospiro di sollievo, guadagnando1 punto, grazie a quel penalty inesistente e grazie al pari, poi, di Crespo.

Alle 18 di sabato, la Lazio all’ Olimpico, con due prodezze di Zarate da fuori area, agguanta 3 punti, battendo il Bologna.
Nell’anticipo delle 20,30 di sabato, all’olimpico di Torino la Juve assolve il suo compito facile facile, battendo per 1-0 il Napoli. Il risultato del campo è però bugiardo e il Napoli meritava almeno il pari. Il goal partita è arrivato ad opera di Marchisio, ma per questa segnatura è stata determinante la deviazione di un difensore partenopeo.
Il Milan è ormai in caduta libera. I rosso-neri, dopo la clamorosa eliminazione in UEFA col Werder Brema nel giovedì di coppa, grazie a una doppietta di Pizzarro, perdono al Marassi di Genova con la Sampdoria, per 2-1. Nella vittoria dei blu-cerchiati sono state determinanti le giocate di Cassano. Il prodigio di Bari vecchia, oltre ai tanti assist, ha segnato di testa nel primo tempo, e vista la sua bassa statura, la marcatura di testa, non è proprio la sua specialità. A porre la parola fine alla gara è stato il goal di Pazzini, nel secondo tempo. Il goal della bandiera e della speranza del pari rosso-nero è stato concretizzato dal solito Pato, con un colpo di testa.
Alla luce dei risultati in testas, la classifica cambia poco. L’Inter è sempre in fuga a +7 dalla Juve e a +12 dai cugini del Milan.

In coda alla classifica, il Lecce ritorna dallo stadio friuli di Udine con un pugno di mosche; ma i salentini di mister Beretta, per la mole di gioco creata, meritavano almeno il pari. Per quanto concerne il Lecce, siamo alle solite. Gli episodi sono sempre contrari ai pugliesi; ogni piccolo errore della retroguardia salentina ha un peso devastante, e infine le sviste degli arbitri, per puro caso, sono sempre favorevoli alle squadre che domenicalmente sono le avversarie del Lecce. Una parentesi circa le sviste arbitrali va aperta. La speranza è che i vari rigori netti e non concessi al Lecce siano solo frutto del caso, in buona fede; sulla carta non vi è ragione di pensare che esiste una congiura contro i pugliesi. Il match Udinese-Lecce cominciava nel migliore dei modi per i salentini. Dopo i primi 10 minuti di supremazia sterile dei Friulani, il Lecce sfiorava il goal in tre occasioni; all’11’ del primo tempo con un colpo di testa di Tiribocchi miracolosamente parato dall’ estremo friulano; al 13′, sempre della prima frazione, con Papadopulos, ancora di testa, con la sfera che finiva sopra la traversa; infine circa 5 minuti dopo, con un destro di Tiribocchi senza esito positivo. Il primo tempo scivolava senza sussulti, con la solita supremazia sterile, nel possesso di palla, dei friulani che nei primi 45 minuti tiravano solo una volta sul finire di frazione con Coda di testa, senza nessun impensierimento del portiere dei salentini Benussi. Il canovaccio della sfida, nel secondo tempo, si protraeva fino al 30′ sempre nello stesso modo. L’ Udinese faceva la partita, senza però impegnare più di tanto il portiere pugliese. Anzi al 29′ della ripresa, era proprio il Lecce a sfiorare il vantaggio con Papadopulos, dopo un corner battuto da Zanchetta, ma il greco era sfortunato e il suo colpo di testa veniva salvato sulla linea da Felipe, a portiere friulano battuto. A goal sbagliato corrisponde goal subito. Il Lecce, dopo l’occasione creata e dopo un miracolo di Benussi su Floro Flores a tu per tu, andava in svantaggio al 32′ (sempre della ripresa). Il goal dei bianco-neri era siglato da Dagostino direttamente su calcio di punizione. Il vantaggio dei locali era causato da 2 errori difensivi dei salentini nella stessa azione. Il primo errore della retroguardia leccese era dovuto a Esposito, che regalava letteralmente il pallone agli avanti udinesi, invece di scalciare lontano dall’area di rigore la patata bollente. Da qui nasceva il calcio di punizione a favore dei friulani. Il difensore salentino Esposito, ormai superato colpiva fallosamente Sanches che guadagnava così la punizione. Il secondo errore era di Benussi, che prendeva il goal sul proprio palo sbagliando i tempi del suo intervento a seguito del calcio piazzato di Dagostino. Dopo la rete dei locali, il carattere, la determinazione, la grinta del Lecce si sgretolavano e ai salentini saltavano i nervi. Ariatti veniva così espulso per un pestone ai danni di Sanchez, a 5 minuti dalla fine. Dopo alcuni di minuti di follia il Lecce, in 10, trovava la forza di provare a pareggiare. Al 90′ il Lecce, con la forza della disperazione, si incuneava in area di rigore udinese, con Papawaigo che, scavalcato Felipe, era solo a tu per tu col portiere friulano, ma nel momento che il senegalese prendeva la mira, Felipe lo stendeva fallosamente. Il rigore era netto ma il direttore di gara lasciava proseguire e nel ribaltamento di fronte l’Udinese ingiustamente raddoppiava con Pasquale.

Ancora una volta, siamo alle solite. Al Lecce non si può rimproverare niente, se non quei due errori difensivi nel giro di due minuti. La fortuna ha voltato le spalle, ancora una volta, ai giallo-rossi. Domenica al via del mare arriva la Reggina. Per i salentini da ora in avanti è vietato sbagliare. I pugliesi sono ora sempre più nei guai in graduatoria ma per fortuna il campionato ha in sè altre 12 finali da disputare. La prima finale da vincere è lo scontro salvezza con i calabresi. I due punti in meno rispetto la zona salvezza non sono poi così distanti, se il Lecce gioca come nella sfida del Friuli di Udine, senza però sbagliare più in difesa. Per la sfida con la Reggina speriamo che il via del mare sia una bolgia infernale, piena di 35000 tifosi salentini, perché la salvezza del Salento è una missione ancora possibile. Nella realizzazione del sogno chiamato permanenza in serie A, il Lecce ha bisogno del suo pubblico, ossia ha bisogno del dodicesimo uomo in campo.

In B il Bari vince a Mantova 2-0 e ritrova la vetta della classifica, in condominio col Livorno.
In prima divisione il Gallipoli impatta per 2-2 col Foggia in casa, e rimane in testa alla classifica a +3 dalle inseguitrici.

Anche per questo appuntamento con la rubrica sportiva di Angelo Scazzi su www.DomenicoZizzo.com è tutto, e vi diamo appuntamento a lunedì prossimo.   

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