La Leggenda dell’Uomo e del Dragone

Un Vagabondo volle sconfiggere un drago che infestava un passo tra le montagne, che portava al Nord.

Questo drago attaccava e uccideva tutti i passanti, e un paio di volte aveva raggiunto la vicina città. Tutti i tentativi di ucciderlo erano stati vani, e ormai più nessuno si avventurava da quelle parti.

Un giorno giunse Akeen, un Vagabondo che voleva sconfiggere il drago e conquistare la fama e la gloria.

Il ragazzo era determinato, ma sapeva che senza un qualche aiuto magico sarebbe stato quasi impossibile riuscire nell'impresa. Fortunatamente non aveva ancora consegnato gli oggetti magici affidatigli da Jull Keroth, un incantatore della sede regionale della gilda e che doveva consegnare ad un Nobile di quella città.

"Con questi gingilli non posso perdere!" pensò entusiasta Akeen, mentre apriva il gran sacco che si portava appresso da una settimana.

Si trattava di un'armatura magica, che aumentava le abilità di chi la indossava, un amuleto per creare una barriera magica e rendeva invisibili, più un anello per potere volare velocemente. Come arma, avrebbe potuto usare la spada e lo scudo, anch'essi magici, anche se Akeen avrebbe fatto affidamento sulla sua infallibile Katana, che poteva tagliare qualsiasi materiale.

 

Così, Akeen andò sulle montagne in cerca del drago, ma prima indossò l'anello e l'amuleto; quando lo vide, sfoderò la sua micidiale katana, e sfrecciò alla massima velocità possibile sopra al drago, prendendo di mira una delle sue ali.

"Non si aspetta quest'attacco dall'alto: avrà un'amara sorpresa!"

Con un solo colpo da dietro, Akeen tranciò alla radice l'ala destra del mostro, il quale cadde per terra gemendo.

Il ragazzo cercò di approfittare ancora dell'effetto sorpresa, quindi tornò indietro fronteggiando il mostro e stavolta lo bersagliò al capo, procurandogli una profonda ferita. A quel punto, il drago impazzì e cominciò a sprigionare tutta la sua energia interna, sparando enormi sfere infuocate alla cieca dalle sue enormi fauci, ululando per la rabbia.

 

Akeen era divertito nel vedere quel mostro sprecare le sue energie senza potere nemmeno vedere il suo avversario, ma sapeva che ci voleva ben altro per uccidere un drago di quelle dimensioni, quindi cominciò a fare sul serio. Grazie all'armatura che indossava, sentiva una nuova energia crescergli dentro, perciò si chiese se avrebbe potuto finalmente usare le sue magie più potenti: "Voglio proprio sfruttare al massimo, quest'armatura! Il nobile Tyerr forse voleva usarla prima di me contro questo drago, ma dovrà accettare il fatto compiuto!"

 

Si preparò allora a sferrare una grande sfera infuocata, ma quando la lanciò ebbe un'amara sorpresa: quella tecnica non aveva l'effetto voluto contro quel drago, forse a causa della sua stessa natura pirogenica. Invece, diede occasione al mostro di individuare il suo nemico, e di potere sferrare una serie di frecce infuocate ma Akeen aveva il suo scudo ed era circondato da una forte barriera, perciò non ebbe bisogno di schivare quei micidiali colpi. In più aveva acquisito una rapidità sorprendente, che gli permetteva di attaccare e allontanarsi senza gravi conseguenze; questo non voleva dire però avere già la vittoria in mano, "ma almeno sono sulla strada giusta…".

Akeen doveva trovare uno stratagemma per colpire il drago in un punto vitale, ma il mostro aveva ancora altre armi dalla sua parte: innanzi tutto, la coda era una difesa quasi impenetrabile, e anche con una sola ala avrebbe spazzato via qualsiasi arma da lancio, in più dovette scoprire a sue spese un'altra arma d'attacco.

 

Ad un certo punto, il drago alzò la testa in aria, aprendo la sua bocca e sparando un'infinità di sprazzi di fuoco in cielo.

In un primo momento, Akeen non comprese le intenzioni del mostro, – è diventato pazzo per il dolore! – ma quando alzò lo sguardo, assistette ad uno spettacolo spaventoso: decine, forse centinaia di fiamme che stavano ricadendo come una pioggia distruttrice; il Vagabondo sollevò appena in tempo il suo scudo, trovando così riparo dalla terribile pioggia.

La vera strategia del drago però, si rivelò col successivo attacco: ora esso sapeva dove indirizzare i colpi, quindi agitò repentinamente la sua lunga coda, ed essa si abbatté inesorabile sull'incauto Vagabondo, facendolo sbattere su un costone roccioso.

Il colpo fu tremendo per Akeen, senza la barriera e lo scudo sarebbe morto di sicuro! Il drago si era rivelato quindi più furbo del previsto, ed era chiaro che solo la furbizia poteva permettere al ragazzo di raggiungere la vittoria…

"Sei forte, bestione!"

Innanzi tutto doveva liberarsi anche della coda, che poteva tra l'altro sferrare dei colpi come sciabolate di luce, com'ebbe modo di sperimentare nei secondi successivi!

 

Il mostro cominciò a ruotare sul posto, sferrando colpi di coda e cercando di infastidire il volo dell'avversario con le turbolenze create dalla sua unica ala, mentre dalla bocca sparava continue raffiche di frecce infuocate. Akeen però si era nascosto dietro uno sperone, e si gustava la scena ancor più divertito, nell'attesa però di un attimo di stanchezza del mostro.

"Forte, ma ingenuo! Come si dice, tutti muscoli e niente cervello!"

Sapeva di non potere usare la katana in modo efficace, attaccando la sua pelle spessa dieci centimetri e ricoperta di scaglie più resistenti del mythril, con semplici fendenti; l'unico colpo veramente efficace era la stoccata, ma con quella coda di mezzo… improvvisamente però, il ragazzo ebbe un'illuminazione: si sarebbe fatto divorare!

"Se mi vedesse qualcuno tra poco, direbbe che l'idea è semplicemente folle, ma quando vedrebbe l'esito di questa mia singolare strategia, dovrebbe di sicuro ricredersi!"

 

Akeen attese che il mostro si fermasse, quindi gli atterrò dietro, con un sonoro urto; il drago, credendo di cogliere un'occasione unica, cercò di schiacciare il ragazzo, ma questi si aspettava, anzi sperava che il mostro effettuasse quella mossa, e approfittando della stessa velocità di caduta della coda, sferrò un fendente verso l'alto, e la lama della katana s'immerse nelle carni, facendo spruzzare il sangue nell'aria come gli schizzi di una fontana!

 

Il mostro emise un urlo agghiacciante, ma Akeen mantenne la calma, quindi schizzò verso l'alto dal fianco senza ala, e approfittò delle fauci aperte nel grido di dolore del mostro per lanciarsi in stoccata e riuscì addirittura a conficcare la lama in fondo alla gola del drago, trafiggendogli il fondo del palato superiore e prendendo in pieno il cervello!

"Un vero colpo da maestro!" gongolò soddisfatto il Vagabondo, che si allontanò rapidamente, mentre il drago scuoteva furiosamente la testa, incapace di chiudere la bocca per il dolore, quindi Akeen si preparò a sferrare il colpo di grazia, ricorrendo alla magia del fulmine. Una volta che ebbe mirato per bene alla spada, la cui lama non era del tutto conficcata, scagliò un fulmine, assai più potente di quelli che riusciva a lanciare di solito – merito dell'armatura, evidentemente – e colpì in pieno l'acciaio, che scaricò tutta l'energia direttamente nel cervello del mostro, lasciandolo per terra esanime! A quel punto si scatenò uno strano evento, infatti, la testa del mostro esplose, lanciando per aria molti frammenti infuocati fra cui la katana, che per la potenza della deflagrazione volò in aria e cadde a piombo addosso al proprietario!

La spada riuscì incredibilmente a penetrare la barriera che proteggeva Akeen, e la lama colpì il braccio destro del Vagabondo.

– Dannazione! – esclamò Akeen, che si sfilò di dosso l'amuleto per la barriera, così da lasciare la spada libera di cadere per terra.

Quella spada era profondamente cambiata, e Akeen non riuscì a toccarla senza subire delle scosse elettriche. Alla fine riuscì a riprendere la spada, ma lo scudo era stato danneggiato dal colpo di coda, e tremava all'idea di come l'avrebbe presa il Nobile; sperava di farsi perdonare consegnandogli nuovi oggetti magici ricavabili da varie parti del corpo del drago, o anche la katana che lo aveva ucciso, quindi si mise al lavoro sulla carcassa. L'unico rammarico era di non poter portare in città la testa del mostro, disintegrata dal fulmine: avrebbe potuto portarla con sé come trofeo di caccia!

 

Due ore dopo, Akeen rientrava in città, e vedendolo tornare dal passo, tutti gli chiedevano notizie del drago, ma quando lui raccontava l'esito dello scontro, tutti lo guardavano come a dire: "Ha avuto tanta paura da tornare indietro e ora si vergogna!", oppure pensavano che fosse matto e vanaglorioso. Lui prontamente mostrava le scaglie, il pezzo di pelle dell'ala e un paio di denti che aveva raccolto tra quelli sparsi per il passo, ma quelli lo guardarono sospettosi.

"Poveri miscredenti! In fondo a me interessa solo portare a termine la mia consegna."

Quando il giorno dopo giunse una carovana dal Nord con la notizia della morte del mostro, finalmente tutti accorsero al passo e molti ci andarono con dei carri, per portare in città la carcassa.

 

Nel frattempo, Akeen aveva consegnato al Nobile gli oggetti prestati, e gli ingredienti ricavati. Il Nobile lo ricompensò con 1000 denari e gli donò lo scudo – con le scaglie n'avrebbe ricavato uno ancor più prezioso!

 

Un paio di giorni dopo in città si svolse una festa, con la carcassa che troneggiava in mezzo alla piazza, e tutti che si ubriacavano per la gioia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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