Notte fonda per il Lecce, nulla di nuovo in cima alla classifica di A

Un cordiale ben trovati nella rubrica sportiva di Angelo Scazzi su www.DomenicoZizzo.com, dedicata al week-end calcistico del 14 e 15 marzo 2009.

Nella giornata numero nove di ritorno della massima serie riprende, dal Sant’Elia di Cagliari nell’anticipo delle 18.00 di sabato, la rincorsa del Genoa dei miracoli verso la qualificazione in Champions league, dopo la battuta d’arresto del Marassi con l’Inter. A segnare il goal partita, al minuto 40′ della ripresa, ci ha pensato Olivera di testa. Con l’esito di questo match, salgono le quotazioni del Genoa in graduatoria e si ridimensionano gli obiettivi UEFA del Cagliari.

Alle 20.30, sempre di sabato, la Juve all’Olimpico batte il Bologna per 4-1. dopo essere stata in svantaggio per tutta la prima frazione. Dopo i primi 15 minuti della sfida di marca bianco-nera, intorno al 20′ il Bologna con Mutarelli passava. Per tutta la prima frazione, la Juve non riusciva a controbattare psicologicamente lo svantaggio subìto. Nella ripresa però, la musica cambiava totalmente. In campo si concretizzava, per la signora del calcio italiano, la consacrazione di Giovinco al calcio che conta. Il folletto ex Empoli prendeva per mano i compagni e con vari assist e un goal, spingeva la Juve verso il successo. Le reti venivano realizzate in successione da Salihamidzic di testa, da Giovinco con l’esterno e da Del Piero, autore di una doppietta. In campo in sintesi, si contrapponeva il futuro della Juve, ossia Giovinco e il passato, Del Piero ancora e più che mai sempre presente, nonostante le 35 candeline.

Nel posticipo delle 20.30 di domenica al Meazza di Milano, l’Inter si aggiudica il match contro la Fiorentina, battendo per 2-0 i viola, con il proverbiale cinismo dei suoi fuoriclasse. L’Inter si porta a casa l’intera posta in palio, col minimo sforzo. Match winner della sfida è stato Ibraimovic, con una doppietta. Il primo goal è arrivato al 10’ del primo tempo; in questo caso il goal era irregolare, perché causato da una carica al portiere da parte di Ibra. Il raddoppio avveniva al minuto 48′ della ripresa, su punizione. Per come è andato il match, i viola meritavano il pari con Mutu e Gilardino, spreconi in varie circostanze.

Il Milan ritorna dalla trasferta di Siena, corsaro. I rosso-neri espugnano la città del palio per 5-1. Il Milan andava in vantaggio con Pirlo su rigore al 20′ della prima frazione. Il raddoppio del diavolo lo realizzava Inzaghi allo scadere del primo tempo, in mischia. La ripresa si riapriva con una timida reazione del Siena, che lasciava poi il campo alla goleada rosso-nera, con la doppietta di Pato e il secondo goal, di Inzaghi. Il Siena riusciva a consolarsi solo con il goal della bandiera, ad opera di Maccarone che illudeva i suoi portando i toscani sul momentaneo 3-1.

Alla luce dei risultati, in testa alla classifica non cambia nulla. L’Inter è sempre in fuga a +7 dalla Juve e a +12 dai cugini del Milan.

Passiamo ora con la rubrica sportiva di Angelo Scazzi su www.DomenicoZizzo.com a trattare la coda della classifica, e diciamo con rammarico che per il Lecce è notte fonda. In settimana il club salentino aveva esonerato Mario Beretta. La società di via Templari, per la guida tecnica di una ormai miracolosa e improbabile salvezza, ha scelto il materano Gigi De Canio. Ma come succede in una nota proprietà dell’addizione “cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia”, anche calcisticamente, e più particolarmente al Lecce, cambiando il mister in panca, il momentaccio dei salentini permane. (A questo punto siamo autorizzati a parlare di un vero e proprio complotto…. del destino…(?) – NdDomenico) Infatti, dal Barbera di Palermo i salentini tornano, in quanto a punti, a tasche vuote, con un risultato quasi tennistico, 5-2 a favore dei rosa-nero palermitani. La prospettiva dei salentini in graduatoria non è delle più rosee. Il cammino dei giallo-rossi da ora sino alla condanna della matematica è tutto in salita. A complicare più che mai, la già irta e tortuosa strada dei pugliesi, ci si è messo anche il Chievo abile a conquistare la capitale, sponda Lazio, per 3-0. Ora i salentini sono a –3 dal Bologna e a -4 dallo stesso Chievo. Insomma, non ha prodotto i risultati sperati, l’insediamento del mister De Canio. Vedere però delle migliorie col neo mister alla prima apparizione, era improbabile se non impossibile. Nella partita di Palermo, il neo mister salentino, più di ogni altra cosa doveva avere delle risposte psicologiche dai suoi nuovi calciatori. In parte i giallo-rossi in campo, specie nella prima frazione, hanno risposto positivamente al fattore psicologico. A nostro avviso il neo allenatore deve cercare di dotare i suoi di una dose di autostima e di una sorta di tranquillità mentale oltre che tecnica. Raggiungendo questi tre obbiettivi, non tarderanno ad arrivare anche i risultati sul campo. A contribuire al momentaccio salentino, però, ci sono sempre più le continue sviste degli arbitri (più o meno volontarie – NdDomenico). Anche nella sfida di Palermo, il signor Dondarini ha condizionato con le sue scelte l’esito della partita. Il direttore di gara del match ha concesso un penalty inesistente ai siciliani, negato ai salentini due rigori netti e non ha dato il secondo giallo, e la conseguente espulsione, a Liverani e a Kjaer. Per puro caso, queste disattenzioni del fischietto, designato da Collina, sono arrivate quando il match era ancora in bilico. Il match iniziava con 10 minuti di studio da parte delle due squadre. Il primo sussulto della sfida arrivava proprio dal fischetto del signor Dondarini, che si inventava un rigore a favore del Palermo, durante un regolare contrasto fra Vives e Cavani. Lo stesso Cavani trasformava il tiro dagli undici metri. Il Lecce, nonostante l’ingiusto svantaggio subito, non si scomponeva. La squadra salentina si catapultava in avanti con la forza della disperazione, e al minuto 17′ trovava il pareggio con Tiribocchi, che insaccava un pallone spizzicato di testa da Munari, dopo un errato disimpegno difensivo di Kjaer. Fondamentale nella marcatura dei salentini l’azione personale di Basta, corso in sussidio alle punte. Ma neanche il tempo di esultare, che il solito svarione difensivo giallo-rosso regalava a Simplicio il 2-1 al 19’ del primo tempo. La rete era dovuta a una dormita generale della difesa salentina, conpletata con l’ uscita a farfalle di Rosati, comunque vittima di una carica irregolare, dopo un traversone per niente irresistibile di Liverani. Ancora una volta, il Lecce non subiva la doccia fredda dello svantaggio subìto e con un’azione personale e caparbia del Tir andava sul 2-2 al minuto 34′, sempre della prima frazione. Al 41’, sempre del primo tempo, dopo un’azione corale dei salentini, Castillo solo in area di rigore siciliana veniva steso da Kjaer. Il rigore era netto, Kjaer andava ammonito per la seconda volta e quindi espulso; invece, Dondarini faceva proseguire e in contropiede, sulla medesima azione, il Palermo faceva 3-2 con Miccoli lasciato solo, dinanzi a Rosati.

La ripresa si riapriva con l’assalto del Lecce all’arma bianca. Al 3′ del secondo tempo, il Tir in rovesciata sfiorava il palo. Al minuto 7′, sempre della ripresa, Fabiano in una sortita offensiva veniva steso in area rosa-nera da Liverani. Anche in questo caso, il rigore era netto, e il capitano del Palermo andava ammonito per la seconda volta ed espulso per tutti, ma non per l’arbitro. Così, ancora una volta, a rigore non fischiato ha corrisposto immancabilmente il goal subito. Il Palermo segnava il 4-2 con un cross errato di Kjaer, che al posto di spegnersi sul fondo, si insaccava sotto il sette. Un minuto dopo, col Lecce ormai in bambola, i siciliani chiudevano il match sul 5-2 con Cavani in contropiede e soprattutto, in off-side. Il goal dei rosa-neri era da annullare, ma ancora una volta la terna convalidava. La sfida si chiudeva di fatto così, con il Lecce che non riusciva a trovare il terzo goal, andandoci vicino con Edinho e con Castillo. La barca salentina è in altomare, in piena tempesta, ma i suoi uomini non devono tirare i remi in barca. De Canio non deve essere come Karonte e quindi, non deve essere un semplice traghettatore verso l’inferno della serie B. Viceversa, il neo allenatore deve trasformarsi in un condottiero e deve spingere il natante giallo-rosso verso la conquista del porto della serie A. Alla fine della stagione mancano 10 partite. Le prossime 10 sfide, devono essere per il Lecce 10 battaglie. I giallo-rossi, in buona sostanza, devono vincere queste 10 battaglie, per vincere poi la guerra, ossia per festeggiare la salvezza. A nostro avviso, un importante trampolino di rilancio dei pugliesi è rappresentato dal match in casa di domenica prossima con gli orobici dell’Atalanta. In quella circostanza, il Lecce deve fare suoi i 3 punti, anche a costo che i suoi beniamini debbano lasciare la pelle in campo.

Dopo questa cronaca , la rubrica sportiva di Angelo Scazzi su www.DomenicoZizzo.com passa a trattare la serie B, dove il Bari vince al San Nicola con l’Avellino per 3-0 e resta il primo in graduatoria, a +4 dal Livorno.

Anche per questo appuntamento è davvero tutto, e vi diamo appuntamento a lunedì prossimo. Un particolare saluto all’ormai abituale visitatore dell’angolo sportivo del sito, Ezio.

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