Massima stabilità per la fotografia notturna

Il migliore amico del fotografo notturno è il treppiedi, che deve essere solido, pesante e capace assicurare l'assoluta immobilità della fotocamera durante tutto il tempo in cui l'otturatore resta aperto.
Per non vanificare l'apporto del treppiedi sarà comunque indispensabile servirsi di un cavetto di scatto flessibile (meccanico o elettrico a seconda della fotocamera). Se non è necessaria la tempestività dello scatto (ad esempio, per far partire l'espozione nel preciso momento in cui transita l'automobile) si può ovviare ricorrendo all'autoscatto.

Il problema della stabilità della fotocamera si presenta maggiormente nelle occasioni in cui il tempo di esposizione non è molto lungo (mezzo o un secondo): le vibrazioni prodotte dal sollevamento dello specchio o dal passaggio di un veicolo in zona, si distribuiscono lungo tutto il periodo in cui l'otturatore resta aperto, creando fotografie afflitte da micromosso.
In quei casi si può sempre chiudere il diaframma su valori molto piccoli (f/16 o f/22) per ottenere tempi molto lunghi che rendono ininfluenti eventuali vibrazioni.

Scegliedo aperture di diaframma di questo tipo, oltre ad assicurare tempi di esposizione di decine di secondi già a partire dall'imbrunire, con una pellicola o un valore ISO a 100, ci permette anche di estendere la profondità di campo in modo molto più ampia, così da poter creare delle immagini dalla grande sensazione di profondità, in cui sia il primo piano che lo sfondo risultano perfettamente a fuoco.

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