Esposizione fotografica fai da te, parte 2

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Abbiamo visto che gli automatismi utilizzati per calcolare l'esposizione, possono rivelarsi dannosi, nel caso della fotografia notturna. Abbiamo quindi suggerito di escluderli tutti. Per maggior sicurezza, è bene effettuare altri scatti di seguito a quello realizzato manualmente, mantenendo lo stesso diaframma e variando il tempo di otturazione, realizzando quindi un bracketing o esposizione a forcella.

Saranno più che suffucienti quattro foto, una con uno stop di sottoesposizione (2 secondi), le altre in sovraesposizione (8, 16 e 32 secondi), per essere certi di avere realizzato una immagine corretta. Non stupitevi di fronte a tempi di esposizione così inusuali e differenti rispetto alle indicazioni dell'esposimetro: una gamma tanto ampia di valori di esposizione serve a compensare eventuali errori di valutazione della luminosità della scena da parte nostra, sia la risposta irregolare delle pellicole, quando i tempi di ripresa superano il secondo di posa.

Il fenomeno, noto come "effetto Schwarzschild" (altrimenti detto difetto di reciprocità), fa si che con pose molto lunghe (o brevissime: inferiori a 1/10000sec) la sensibilità effettiva della pellicola sia inferiore a quella dichiarata. In effetti, alcuni produttori di pellicole indicano nel foglietto tecnico che le accompagna (soprattutto quelle professionali) l'entità della correzione da apportare a seconda del tempo di scatto utilizzato.
Ovviamente, l'esperienza si rivela insostituibile!

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